Se dico medicina cinese uno si immagina aghi, ginseng e vecchi dottori dalla barba lunga e bianca che ti scrutano sapienti dietro gli occhiali di osso di tartaruga. Be’ non e’ proprio cosi’ seriosa, quando entri nella quotidianita’ qui in Cina tutto diventa piu’ normale e smitizzato. Ci ridi anche sopra, pur nella serieta’ della cosa. Qualche tempo fa accompagno un amico da un noto agopunturista, era giusto per vedere come funziona, ci andava per il colesterolo (!), e in men che non si dica mi ritrovo pure io coperto di spilli… Il Doctor Li e’ un personaggio uscito dai fumetti, altro che icona del medico tradizionale, sulla sessantina, giovanile, un caschetto di capelli grigio-neri, denti sporgenti naturalmente e sempre in vena di scherzi. Paolo, il mio amico, e’ cosi’ convinto degli effetti benefici degli aghi sul suo colesterolo che appena finita ogni sessione corre al 24ore a farsi un sacchetto di patatine, “tanto c’e’ il dottor Li”, dice. Il dottore entra in uno stanzino angusto dove abbiamo preso posto, dopo aver infilzato Paolo mi chiede “e tu che hai?” Bah, non so rispondo io, sto abbastanza bene, magari colesterolo un poco alto pure io. Detto, fatto, il dottor Li si fa due risate con gli assistenti che lo accompagnano (ma che c’hanno da ridere?) in camice e ciabatte e mi scarica addosso una dozzina di aghetti sottili. Come rifiutare? Siccome e’ stato in Italia qualche anno fa ci chiede come si dice questo e quello, sempre le stesse cose tanto poi se le dimentica. Gli piace la parola “male” in italiano, per cui ogni tanto ci va giu’ un po’ pesante con la mano, salti sulla sedia come folgorato e ti chiede: “Male?” “Cazzo, si!” gli rispondi… Cosi’ ho cominciato una serie di sedute, due volte la settimana. Il dottor Li entra nella stanzetta coi suoi assistenti che sono ragazzi e ragazze, chiede come va oggi, “ok, come ieri” dico, “hao” (bene) fa lui, “dormi bene”? “Non tanto” confesso, allora prende un ago e me lo passa dietro sul collo infiandomi come un torero. Digestione ok? Mentre penso incerto su come rispondere mi ha gia’ infilzato gli avambracci. Ahia! “Business good?” chiede ancora, che c’entra con l’agopuntura penso, be’ potrebbe andare meglio gli dico, e zac! due aghi sulla capoccia, “questo per gli affari”, dice! Mi aspetto che mi faccia anche i tarocchi ma troppo divertito fa un po’ di pressione e salto sulla sedia: “Male?” Yes, male cane, porc… Ok, fatto e si gira per andare verso altri martiri seguito dalla coda di drago dei camici bianchi, solo che nel mentre qualcuno sbadato urta l’ago piantato al ginocchio di Paolo che urla. Si girano tutti e ti chiedono in coro: “Male?” Sorridi come un idiota, che puoi fare? Un giorno siamo andati un po’ tardi, la seduta dura sempre una mezz’oretta e siccome i cinesi tutti, da est a ovest, nord e sud si fermano per mangiare alle 11.30, siamo rimasti con gli aghi attaccati e nessuno che venisse a toglierli perche’ in pausa pranzo… dopo aver chiamato disperati per un buon quarto d’ora e aver girato per le corsie come porcospini in punta di piedi ce li siamo tolti uno a uno a vicenda, tipo le scimmie con le pulci, che fai aspetti un’ora come un puntaspillli? Siccome non sai mai quanti te ne mettono devi controllare, vorrai mai andare in giro con un ago in testa? Non e’ da scherzarci, e’ una cosa serissima, un amico olandese dopo una sessione e’ andato all’ascensore per scoprire che non riusciva ad alzare il braccio per premere il pulsante! Terrorizzato e’ tornato indietro subito, avevano dimenticato un ago nella nuca. Che sara’ mai… Diciamo che quello che guadagni in salute (forse) con la medicina cinese lo perdi nella burocrazia degli stessi ospedali. La cosa piu’ assurda e’ infatti il pagamento. Per farti puntare di spilli dal Dottor Li devi fare la registrazione all’entrata (con tanto di fila, 14 yuan, meno di 2 euro), con quella sali al 4to piano per la sessione; ci sono solo due ascensori, grandi si ma mai abbastanza. Ogni ascensore ha dentro una signora che lo manovra (siii, proprio cosi’!), uno ferma ai piani pari e uno a quelli dispari. Allora noi che dobbiamo andare al 4to dovremmo prendere quello pari, ma se e’ pieno perche’ parte dal seminterrato devi prendere quello a fianco (se ce la fai) che ti porta al 5to e poi scendi a piedi . A che serve una che manovra la tastiera dell’ascensore? A farlo funzionare, perche’ tutti si buttano dentro e va in sovrappeso, allora la signora butta fuori la gente (li tira per le maniche!!!) per farlo partire. Naturalmente hanno la precedenza quelli che sono gia’ dentro, che si mettono nel fondo. Pero’ anche chi entra svicola verso la parte piu’ interna della cabina per confondersi con quelli residenti da piu’ tempo. “Chaozhong le!” dice la signora, overloading, qualcuno deve essere buttato a mare! Nessuno si muove ovviamente, allora prende uno tra gli ultimi entrati e lo manda fuori. Ma e’ sui furbi che lavora, li va a prendere nel fondo dell’ascensore dove sono nascosti. A volte scoppiano liti furibonde tra “passeggeri”, ma la signora e’ inflessibile, ha anche messo fuori una nonnetta in carrozzella per far prima… Arrivi al piano finalmente, spesso facendo le scale, ti sottoponi alla tua seduta ma mica finisce qui, devi salire al piano 8 per pagare (70 yuan per l’agopuntura del Doctor Li, circa 9 euro)! Al piano 4 ferma solo quello pari stavolta, quindi devi aspettare. Se si aprono le porte ed e’ pieno come un bus in orario di punta aspetti il prossimo, oppure vai su per le scale. Uno si chiede perche’ mettere al piano 8 le casse… Bella domanda, ma non ci sono risposte. Arrivi al piano 8 senza fiato perche’ ti sei fatto le scale ovviamente, paghi e devi poi portare la ricevuta al piano 4 per dimostrare che hai pagato! Ancora una volta, o aspetti il montacarichi pieno o vai giu’ a piedi scontrandoti con una folla di gente in arrampicata. Perche’ non pagare tutto al piano 1 quando fai la registrazione? Lo chiederei al Dottor Li ma mi infilerebbe per tutta risposta uno dei suoi aghi chissa’ dove. “Male?”
Michele Soranzo vive a Shanghai dal 1987 e da più di dieci anni gestisce www.vivishanghai.com, portale dedicato agli italiani in arrivo nella metropoli cinese, a chi è in cerca di informazioni e a chi è già residente in Cina. In passato ha pubblicato articoli sull'argomento per "Grazia", "Donna Moderna", "Elle" (edizione tedesca), oltre che per gli in-flight magazines di Dragon Air e Korean Air.
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