13 MARZO 2013
“Gesù?”
“Sì?”
“Sono Papa Bergoglio.”
“Ah, bello mio. Bravo. Hai visto? Ce l’hai fatta a diventa’ Papa.”
“Grazie Gesù. Voglio darmi da fare subito. Vorrei dare un segnale forte a tutti. Io partirei dall’abolizione dello IOR.”
“Eh?”
“Dico, vorrei abolire lo IOR.”
“Ah, lo IOR. Che vuoi fa’, non ho capito?”
“Abolirlo.”
“Ah, ok. Bravo.”
“Sei d’accordo Gesù?”
“No per niente. Però ‘sto metodo me piace. Tu di’ quello che te pare France’, basta che poi non lo fai, capito?”
“Ma io dicevo sul serio.”
“Eh, sul serio sì. Pure io. Tu annuncia, poi te copro io, non te preoccupa’.”
“Cioè devo dirlo ma non devo farlo?”
“Esatto.”
“Ma come, non dobbiamo innovare?”
“No France’. Dobbiamo da’ l’idea de rinnova’, che è diverso.”
“Dare l’idea?”
“Eh. Comunque senti, adesso devo scappa’ che c’ho calcetto. Oh, ce sentiamo domani. Fatte da’ vestito, scarpe, tutto eh? Daje France’. Pe’ natale vojo vede’ le chiese piene, capito?”
“Sì Gesù. Però io. Pronto? Pronto?”
21 GENNAIO 2014
“Gesù?”
“Aoh, France’. Dimme de corsa che devo anda’ a Yoga.”
“Hai sentito di Scarano? Sono spariti milioni dallo IOR.”
“Ah, vabbè. Semo coperti no?”
“In che senso?”
“Dico, è sempre tutto nascosto allo IOR no?”
“Gesù, tu nemmeno immagini cosa succede nella nostra banca.”
“Come non me immagino, scusa? Che m’hai preso pe’ un cojone France’? Lo sai co’ chi gioco a tennis 3 volte a settimana?”
“No, con chi?”
“Marcinkus. E pe’ i doppi viene pure Calvi. È ‘na pippa ma è simpatico. Oddio, c’ha ‘na volée niente male, però è lento.”
“Ah.”
“Comunque coi giornali usa lo schema A.”
“Cioè?”
“Come cioè. Insabbi no? Fai ‘n’appello pe’ la guerra, pe’ i poveri. Anzi, di’ ‘na cosa sulla politica italiana, tipo che servono i giovani. Insomma come se non fosse successo niente France’. Come se lo IOR fosse dei giudei, capito? Come quando stavi in Argentina e non dicevi niente della dittatura. Forza. Daje. Famme vede’ chi sei. Mo’ scappo. Ciao bello.”
“Pronto. Ma, Gesù. Pronto?”
5 APRILE 2014
“Pronto?”
“France’ so’ Gesù, c’hai da scrive?”
“Ti stavo per chiamare io per la conferenza stampa sullo IOR. Non so cosa dire.”
“Mo’ te dico io. Allora devi di’ tipo che lo IOR continuerà a servire con attenzione, e, che cazzo ne so, a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa Cattolica in tutto il mondo. Poi aggiungi pure che questi servizi assistono il Santo Padre nella sua missione, tipo de pastore universale, e supportano istituzioni e individui che collaborano con lui nel suo ministero. Tie’. So’ forte, oh, nun c’è niente da fa’. Hai scritto?”
“Sì. Ho scritto. Un po’ mi vergogno però.”
“Aridaje.”
“Insomma, dov’è il segnale forte? Finora non abbiamo fatto nulla in pratica. Lo IOR rimane uguale.”
“France’ i segnali forti durano poco. So’ le finte quelle che durano in eterno. Pensa a Abramo e a Isacco, te ricordi?”
“Abramo e Isacco? Che c’entra?”
“Allora fai porta’ er fijo de uno su un monte pe’ sacrificallo. Poi je dici no, avemo scherzato Abra’. Ammazza ‘sta capra e vattene a casa. Sai come se chiama questa France’?”
“Come?”
“Se chiama finta. Tu fai finta che vuoi fa’ ‘na cosa e poi non la fai, e la gente c’avrà pe’ sempre l’idea sbagliata de te. Abolisco lo IOR e non lo abolisci: sei quello che non vuole lo IOR. Accogli i gay, poi non li accogli: sei amico dei gay. Parli del celibato ma non fai niente: i preti sposati non te dispiacciono. Vuoi denuncia’ gli abusi sui minori e poi non lo fai: i pedofili te fanno schifo. Come papà insomma. Ha fatto finta che voleva fa’ scanna’ un ragazzino dal padre: è ‘no stronzo no? Poi però salva il ragazzino allora papà diventa un Dio misericordioso. E la gente te se ricorda misericordioso pe’ sempre. Capito?”
“Forse.”
“Che poi è quello che non sapeva fa’ Ratzinger. Ratzinger era fissato co’ la verità. Risultato? Ha svuotato le chiese. Tu devi Finta’ a destra e poi scatta’ sulla fascia sinistra. E intanto tieni palla.”
“Tengo palla?”
“Sì France’. A ‘sto mondo segna’ serve a poco. Tocca fa’ possesso palla. E lo sai a che serve fa’ possesso palla?”
“A che serve?”
“Che chi tiene palla c’ha la telecamera puntata e intanto ebrei, mussulmani, testimoni de Geova vanno pe’ citofoni. O al massimo a fasse salta’ per aria dentro agli autobus, capito?”
“Io immaginavo tutt’altro Gesù.”
“France’ ma c’hai settant’anni. O non capisci o fai finta de non capi’. Mica sei un ragazzino no?”
“No.”
“Bravo France’. Se sentimo per gli auguri de pasqua. Che poi che ce sarà da fasteggia’ che m’hanno messo in croce boh? Vabbè, mo’ nun se incartamo su ‘st’altra della lobby degli allevatori de agnelli che me chiude la sauna. Ciao bello.”
Massimiliano Ciarrocca.
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Massimiliano Ciarrocca è nato a Roma nel 1979. Allievo della scuola di scrittura Omero, collabora con la rivista Mag O, per cui ha pubblicato diversi articoli e racconti. E’ autore del racconto Le gocce a migliaia, forse a milioni da cui è stato tratto il cortometraggio omonimo. Il dialogo Un funerale dignitoso è stato premiato da Sergio Donati per il concorso “c’era una volta il west, ma c’era anch’io”. Un suo dialogo tra Dante e il suo editor diventerà una trasmissione a cura di Carlo Lucarelli. In rete, i suoi dialoghi satirici, sono condivisi centinaia di volte.
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